MARAVEE BUONO DA GUARDARE 2003
Ideato e diretto da Sabrina Zannier
VILLA OTTELIO SAVORGNAN, ARIIS DI RIVIGNANO (UD), AGOSTO 2003
Maravee 2003 si appella al filo conduttore delle numerosissime feste agostane, accomunate in tutto il mondo dalle ritualità legate al consumo del raccolto, quindi caratterizzate dall’emergenza dell’elemento alimentare.
Il cibo diviene protagonista, sollecitando una riflessione su doppio binario: quello della relazione di valenza biologica e antropologica tra uomini e vegetali; e quello estetico-comportamentale, che chiama in causa lo stile di vita contemporaneo, toccando il design e, in genere, il duplice principio della pervasività dell’arte e dell’estetizzazione dell’esistenza. Ne nasce un suggestivo scenario, in cui il viaggio antropologico vede il perseverante passaggio dalle viscere e dai liquidi corporali e vegetali ai sensi, fino alla mente in cui si compie una sorta di sintesi sublime. Un viaggio nella natura, quella legata al cibo, sempre più culuralizzata, che Maravee propone nella stretta relazione fra arte e quotidiano attraverso la messa in scena di un “banchetto”, di un “metersi a tavola” all’insegna del dialogo e del confronto fra commensali e osservatori.
Facendo leva su un’ntrigante ironia, non è quindi un caso se i diversi progetti che compongono questa edizione sono stati concepiti come un sorta di menù, dove ogni evento rappresenta una specifica portata (sulla tavola del convivio).
La Prima portata è la mostra intitolata Buono da guardare, con opere di Bertozzi & Casoni, Odinea Pamici, Enrica Borghi, Antonella Bersani, Chris Gilmour, Antonio Riello, Giovanna Torresin, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Fabrizio Rivola, Saso Vrabic, Paolo Ravalico Scerri, Chiyoko Miura e Gianluca Baronchelli.
Opere che sottolineano la dimensione corporea, la forza d’urto, per lo più ironica, di installazioni, sculture e fotografie in cui sughi, liquidi e pietanze si versano nel sottile ammiccamento ai liquidi e alla morfologia umana. Altre che metteno in scena ambientazioni legate al cerimoniale del convivio, spaziando dalla relazione cibo-corpo a quella cibo-corpo-abito; dalla cucina intesa come ambiente, come focolare domestico, all’idea del convivio, quindi del cibo come veicolo di socializzazione; dal cibo come frutto della terra che reitera nel tempo il rapporto uomo-natura, fino al cibo come prodotto del consumismo, che chiama in causa anche i concetti di rifiuto e di riciclaggio.
La Seconda portata del menù è data dagli spettacoli dell’autrice-attrice Lorenza Franzoni; la Frutta fresca è rappresentata dalla performances di moda sperimentale curata da Mittelmoda International Lab, mentre Dulcis in fundo sono i laboratori creativi per l’infanzia ideati e curati da Damatrà.