MARAVEE LUDO 2016
Il gioco in arte, teatro e danza: piattaforma della vita tra regole e volo libero
Ideazione e direzione artistica di Sabrina Zannier
Il cambiamento, la sorpresa, la meraviglia! Catapultati dal vissuto quotidiano sulla scena contemporanea dell’arte visiva e dello spettacolo, sono i tre punti saldi del Festival Maravee. Giunto alla sua 15° edizione, annuncia al pubblico un’imperdibile esperienza da protagonisti, perché l’arte, insinuandosi nelle trame della vita, parla di tutti noi e lancia un invito a mettersi in gioco.
Intitolato Maravee Ludo, il progetto 2016, che trasuda di linguaggi contemporanei strizzando uno sguardo giocoso alla società di oggi, inaugura una formula più frizzante ed energica. All’insegna del movimento e della partecipazione, s’incentra su numerosi eventi performativi che dialogano in presa diretta con il pubblico e su opere interattive che sollecitano l’esperienza ludica elevando lo spettatore ad attore della scena creativa. Invitato a seguire le regole dei giochi, a riattivare i protocolli artistici, diverrà esso stesso giocatore nel gioco dell’arte. Grazie alla partecipazione di artisti soprattutto italiani – perché il coinvolgimento ludico emerge in forza nel DNA del Bel Paese – ma anche argentini e californiani, invitati a intervenire con progetti in qualche caso distribuiti in più location.
Facendo leva sulla più nota analisi antropologica del gioco, quella dello storico olandese Johan Huizinga che, riprendendo Kant, nel 1938 in Homo Ludens esamina il gioco come fondamento di ogni cultura e di ogni organizzazione sociale, il Festival approda al concetto filosofico di “gioco come simbolo del mondo”. E a suon di simboli suddivide le ambientazioni scenografiche di videoinstallazioni, sculture, dipinti e performance nelle quattro categorie individuate dal sociologo Roger Caillos per classificare i giochi: Competizione, Azzardo, Simulacro, Vertigine. Un viaggio intrigante – che affronta il tema del gioco con l’attenzione dedicatagli nel tempo da filosofi, sociologi e antropologi – tra mostre, performance e incontri in ben 11 location: dalla spiaggia al castello e palazzi friulani, fino al museo sloveno, all’Università di Bologna e al Politecnico di Milano.
Gli eventi inaugurali
PREVIEW MARAVEE LUDO
SALONE FESTE DEL KURSAAL CLUB, LIGNANO PINETA (UD) 16 SETTEMBRE 2016
Per la prima volta il Festival Maravee è approdato al mare! Riconfermando il suo spirito nomade, fondato sull’idea che l’arte s’insinua in ogni luogo della vita quotidiana, quest’anno la preview si è tenuta nello specifico luogo del divertimento estivo, sottolineando già nella scelta della location il concept dell’interattività insito nel tema del gioco. Lo spettacolo intitolato Il Castello sulla sabbia ha portato idealmente al mare il Castello di Susans – epicentro del Festival – quale simbolo dell’arte che eleva il quotidiano alle meraviglie della visionarietà. Uno spettacolo a più voci, che ha aperto la 15° edizione all’insegna dell’interazione ludica e della diretta partecipazione dello spettatore, catapultato sul palco dell’arte per lo shooting fotografico tenuto dall’artista Lorena Matic. Nota per la sua arte fondata sull’interazione con l’altro da sé, anche attraverso sondaggi e analisi sociali, per Maravee ha prodotto una nuova serie di ritratti immortalando villeggianti locali e stranieri, autoctoni e immigrati, ai quali è stata rilasciata una stampa fotografica timbrata da Maravee come gadget da riportare a Lignano a Febbraio nell’ambito della mostra che si terrà alla Terrazza Mare per concorrere alla formazione del Puzzle dei bagnanti. In contemporanea il palco è stato animato dal concerto dei CrookSet. Giovanissimi, ma già lanciati a livello internazionale, presenti e super cliccati su Youtube, con all’attivo una collaborazione con la cantante colombiana Marcela Ocampo, i musicisti Ivan Bevilacqua alle tastiere e dj, Matteo Antoni alla chitarra e Pierpaolo Foti al violino elettrico, si sono distinti per un freschissimo linguaggio che contamina generi anche distanti, dalla musica elettronica alla classica e al pop-rock. La seconda parte della serata ha visto in scenal’Autunno, il quadro coreutico/teatrale della Compagnia Arearea. Tratto dal progetto Le quattro stagioni, presentato in prima nazionale a Mittelfest 2016, intreccia ironia e divertissement sollecitando il sorriso e la gioia di vivere. Con postazioni a sorpresa, sopra e sotto il palco, in abito grigio e camicia bianca, a spasso con strumenti musicali…in equilibrio su una scala…i danzatori Roberto Cocconi, che ha firmato le coreografie, Luca Campanella, Andrea Rizzo, Daniele Palmeri e Luca Zampar hanno affascinato il pubblico con emozioni e pensieri tesi dall’ordinarietà della vita quotidiana alla visionarietà del corpo traduttore di pensiero.
GIOCO D’IDENTITÀ
CHIESA DEL CONVENTO DI SAN FRANCESCO, PORDENONE, 6 OTTOBRE 2016
Il secondo appuntamento del Festival ha portato nel centro storico di Pordenone immagini, suoni e azioni dello spettacolo a più voci che ha aperto la 15° edizione con la preview di Lignano. Riproposta con la proiezione del video che in modo succinto e incalzante ha offerto alcune scene dello shooting fotografico di Lorena Matic, del concerto dei CrookSet e dello spettacolo della Compagnia Arearea, personalizzati con brevi interviste agli artisti.
Nella seconda parte della serata, l’artista Lorena Matic, introdotta da Sabrina Zannier, ha presentato lo slideshow della serie fotografica intitolata Il Castello sulla sabbia, dove ogni ritratto è affiancato da un tassello colorato che riporta il nome e il Paese di provenienza dell’effigiato, nonché il suo gioco prediletto nell’infanzia. Una sorta di carta d’identità di memoria ludica, che si dipana come un filo rosso nella serie fotografica, svelando assonanze e differenze socio-culturali. Laddove ricorrono giochi che sconfinano di Paese in Paese, come il Calcio e Nascondino, che uniscono popoli diversi all’insegna del medesimo meccanismo relazionale; oppure giochi identici, ma nominati in modo diverso da una provincia all’altra o, ancora, giochi talmente personali da abitare solo nel ricordo di una persona. Si tratta di un progetto che incide direttamente sulla vita sociale collettivamente condivisa. Anche grazie alla partnership stretta con la Croce Rossa Italiana – Comitato di Udine, che ha visto la collaborazione delle sedi di Palmanova e Bicinicco per la partecipazione di un gruppo di ragazzi immigrati, provenienti da Afghanistan e Pakistan. Sono i loro volti a comparire insieme a quelli di villeggianti e autoctoni italiani. Tutti uniti dal sogno d’infanzia, dalla simbologia del “castello sulla sabbia” che, riportandoli alla memoria del gioco, ci invitano a giocare ancora, perché il gioco contiene la metafora della vita tesa fra regole e libera espressione.
Giocare ancora. Ancora con l’arte di Lorena Matic, che ritornerà con la sua serie fotografica, anche tradotta in un vero e proprio gioco da tavolo, nell’ambito della mostra Ludo Park alla Terrazza Mare di Lignano Sabbiadoro (UD).
INAUGURAZIONE UFFICIALE DEL FESTIVAL
CASTELLO DI SUSANS DI MAJANO (UD) – 29 OTTOBRE 2016
In un tripudio di linguaggi contemporanei che strizzano uno sguardo giocoso alla società di oggi, l’inaugurazione ufficiale del Festival si è svolta all’insegna del movimento e della partecipazione da parte di un affollatissimo pubblico che ha interagito con gli eventi performativi e le opere interattive. Suddivise nelle quattro sezioni della Competizione, dell’Azzardo, del Simulacro e della Vertigine, che hanno materializzato in ambientazioni scenografiche le categorie individuate dal sociologo Roger Caillos per classificare i giochi, le brevi ma intense performances sono state replicate nel corso della serata d’ouverture, seguendo flussi e riflessi degli spettatori. Accolti dall’ormai atteso videomapping sulla facciata del Castello, ideato e concepito dagli studenti del Liceo Artistico Sello di Udine, che ha annunciato, già ai piedi del maniero, il concept dell’intero Festival con immagini, animazioni e sonoro votati al ludismo dell’arte che guarda alla vita.
IL GIOCO: LA MIMESI
Performance attoriale di e con Claudia Contin Arlecchino e Rita Maffei
In un’ambientazione che ammicca al camerino teatrale, al luogo per eccellenza elevato al trasformismo, in cui il concetto di maschera si sposa con quello dello specchio, dilatato sui tessuti argentei e sulle superfici specchianti in cui si moltiplicano le immagini dei dipinti e degli spettatori, si è tenuta la performance attoriale. Innanzi agli autoritratti del pittore Luca Suelzu in versione “mimo”, le attrici Claudia Contin Arlecchino e Rita Maffei hanno inscenato due diverse azioni sul concetto di relazione con l’altro da sé. La prima ha messo in scena una personalissima interpretazione visiva e gestuale, supportata da maschere, parrucche e costumi, dell’Arlecchino punk rock di Alberto Camerini, tra i personaggi più estrosi della musica italiana anni Ottanta. Maffei ha coinvolto il pubblico in un curioso gioco di mimesi gestuale e verbale, azionando relazioni vis-à-vis, che hanno versato l’aspetto ludico in introspezione psicologica e in afflato emotivo, su un intimo palcoscenico sfociato in azione collettiva.
IL GIOCO: L’AZZARDO
Performance di poesia sonora di e con Enzo Minarelli
Abitato dalle sculture di Anna Galtarossa, il salone dedicato al gioco inteso come Azzardo è stato animato dalla performance di poesia sonora intitolata Poema. Opera di Enzo Minarelli, che dagli anni Settanta conduce la poesia nelle sue praticabili aperture verso il suono, la scrittura, il video e lo spettacolo, con l’azzardo di una sola parola declinata in suoni diversi, rimbalzata in immagini proiettate e in sonorità registrate, ha aperto l’intero spettro delle emozionalità umane. Un viaggio intenso e denso, di soli sei minuti, approdato in Castello dopo moltissime repliche in diverse città del mondo, che per la prima volta l’artista ha ripetuto per ben dieci volte innanzi al curiosissimo pubblico di Maravee Ludo.
IL GIOCO: LA VERTIGINE
Performance di danza contemporanea di e con Cabiria Lizzi e Camilla Missoni
Le video proiezioni di Michelangelo Bastiani si devono calpestare, attraversare, animare. La performance coreutica si è svolta come un invito all’interattività ludica, ponendo sulla scena due giovanissime danzatrici che nel grande salone al secondo piano hanno animato la superficie dell’acqua sulla quale si ergeva l’iceberg, rifuggendo dalle increspature o tuffandovisi. L’interazione con la video proiezione che metteva in scena un laghetto di ninfee ha visto le ballerine rincorrere i pesci rossi tra i fiori facendosi inondare dai colori della scena naturale.
IL GIOCO: LA MIMESI COMPETITIVA
Performance di Giovanna Ricotta
Interfacciata all’omonimo video, la performance concepita per la serata inaugurale ha posto l’artista in dialogo con l’azione svolta nell’opera di allora. Spogliata dal costume sensuale e dalla postazione di una torta/carillon, Giovanna Ricotta ha azionato la sua performance ginnica su un’ideale piattaforma di partenza: un cerchio bianco che fa il verso sintetico alla torta, dalla quale ha lanciato palline/bignè su una tovaglia di pizzo elevata a rete, a buca per una competizione che mima lo sport del golf e gareggia tra i sensi della vista e del gusto.
IL GIOCO: LA COMPETIZIONE
Diorama performativo su progetto di Mauro Ceolin.
Coordinato da Martina Tavano in collaborazione con Atelier EnidUDanza di Elisabetta Ceron. Performers: Giulia Bauzon, Erica Mattioni, Erica Modotti, Chiara Pasqualini
Intitolato Il comportamento sociale degli animali videoludici, questo singolare spettacolo ha visto sfociare l’attenta ricerca di Ceolin nella messa in scena di una competizione tra corpo umano e corpo animale, immagine, danza, videogioco e natura. Nello spazio ammantato dalle proiezioni a soffitto dei video prodotti durante i due mesi di prove coreutiche, le performers hanno inscenato le complesse posture e azioni degli animali del videogioco Spore. Tesi su traiettorie vettoriali, ben diverse da quelle che regolano il corpo umano, questi personaggi virtuali sono stati catapultati nella realtà, nell’interazione diretta del pubblico che li sommava visivamente a quelli del videogioco che animava il soffitto.
VERTIGINOSAMENTE
MUSEO CIVICO DI PALAZZO ELTI, GEMONA DEL FRIULI (UD) – 21 GENNAIO 2017
Performance di danza contemporanea di e con Martina Tavano e Stefano Rigo dell’Associazione Danza e Balletto Udine – Atelier EnidUDanza
L’evento inaugurale della mostra gemonese ha messo in scena il gioco come Vertigine attraverso il linguaggio coreutico. Nello spazio dedicato all’opera di Michelangelo Bastiani e nella sala di Daniel Gonzàlez e Anna Galtarossa, Martina Tavano e Stefano Rigo hanno proposto un suggestivo dialogo corporeo fondato sulla vertigine del salto e del ribaltamento, dell’intreccio e della presa, inscenando la vertigine della sperimentazione. Per poi sfociare nella vertigine della mimesi, simulando corpi altri a suon di maschere peluches.
LABORATORIO
GALERIJA LOŽA DI CAPODISTRIA (SLO) – 27 GENNAIO 2017
Laboratorio per bambini e adulti di Boštjan Drinovec
L’evento della mostra intitolata Ricreazione ha visto la prima partecipazione al Laboratorio per grandi e piccini ideato e inscenato dall’artista Drinovec con il chiaro intento di offrire al pubblico l’occasione di costruire la propria scultura o di partecipare alla creazione di un’opera collettiva. Un vero e proprio coinvolgimento nel “gioco di squadra”, entro i sentieri della mente d’artista.
LUDO PARK
TERRAZZA MARE DI LIGNANO SABBIADORO (UD) – 4 FEBBRAIO 2017
Performance di giocoleria del gruppo Maravee Animazione
Concepita come percorso interattivo tra video, pittura, acqua, sabbia, giochi da tavolo e giochi da spiaggia, la mostra Ludo Park è stata già in sé un vero e proprio evento. Per la sua capacità di stimolare, lungo tutta la sua durata, l’interattività del pubblico. Oltre ai giochi costantemente presenti, l’inaugurazione è stata ulteriormente animata da una performance di giocoleria, che ha visto gli artisti del gruppo Maravee Animazione alle prese giocose con palline, birilli e monociclo. Per attraversare la spiaggia visionaria di Ludo Park e intrattenere bambini e adulti nel lancio e nella presa, a suggerire, nelle traiettorie del gioco, l’animazione dello sguardo tra video e dipinti.
Le mostre
MARAVEE LUDO
CASTELLO DI SUSANS DI MAJANO (UD)
Collettiva di pittura, scultura e video
Facendo leva sulla più nota analisi antropologica del gioco, quella dello storico olandese Johan Huizinga che, riprendendo Kant, nel 1938 in Homo Ludens esamina il gioco come fondamento di ogni cultura e di ogni organizzazione sociale, Maravee Ludo approda al concetto filosofico di “gioco come simbolo del mondo”. E a suon di simboli suddivide le ambientazioni scenografiche di opere e performance nelle quattro categorie individuate dal sociologo Roger Caillos per classificare i giochi: Competizione, Azzardo, Simulacro, Vertigine, elevate a titoli delle sezioni che articolano la mostra sui tre piani del maniero. Ogni sezione è caratterizzata da un singolare allestimento scenico, in qualche caso diversificato in più sale, concepito per ospitare le opere in un’ambientazione capace di iperbolizzare la loro visionarietà.
Per l’evento inaugurale e in successivi appuntamenti, ogni sezione è stata animata da performances di danza o teatro, da giochi interattivi e da letture attoriali di Fabio Turchini che, accompagnato dal flautista Paolo Pascolo, per Maravee Ludo ha scritto quattro racconti offrendo, sul fronte narrativo, un’altra declinazione del tema del gioco.
IL GIOCO: LA MIMESI
Opere di Luca Suelzu, Daniel González e Giovanna Ricotta
La sezione della Mimesi – che sottende l’intero concetto di gioco, sempre teso alla creazione di un mondo fittizio -punta il dito sul gioco inteso come maschera atta a creare identità altre e come maschera che simula il vero. Si estende in tre sale al primo piano del castello, dedicate alla pittura iperrealista del goriziano Luca Suelzu, che catapulta il giardino dell’Eden legato al gioco d’infanzia nella visionarietà adulta della maschera. Dalla sala d’ingresso, concepita come un parco giochi, si passa all’ambientazione che simula un camerino teatrale, dove sono allestiti gli autoritratti dell’artista in versione “mimo”. La sala successiva appare come un salotto / sala da pranzo dai toni rosati, con posate pendenti dal soffitto che offrono caramelle innanzi agli sguardi ammiccanti della “padrona di casa”.
Il gioco inteso come Mimesi prosegue lungo le scale, ancora con Suelzu, che fa il verso anche agli arredi del castello, nella teoria di dipinti che simulano il broccato e si sostituiscono alle stampe solitamente appese a queste pareti.
Ancora gioco inteso come Mimesi, con due sculture dell’argentino Daniel González, che da una ricerca sul rito della celebrazione crea mondi deliranti, sexy e pieni di energia: spazi di libertà dove le convenzioni esistenti collassano e i simboli della società contemporanea, i segni della comunicazione, il packaging dei prodotti-icona si vestono di paillettes e diventano altro da sé.
Con Giovanna Ricotta Maravee Ludo affronta la relazione fra due delle categorie individuate dal sociologo Roger Caillois: la Mimesi e la Competizione, affioranti da un ironico e sensuale tranello fra sport e cibo. Un progetto che pone sulla scena il video No Sense 2 dove il protagonismo dell’artista s’interfaccia con la sua presenza live nella performance concepita per l’evento inaugurale. La mazza da golf, presa a prestito dalla competizione sportiva, si eleva a strumento della gestualità sensuale, in una gara tra il passato e il presente dell’artista, a suon di leccornie da pasticceria.
IL GIOCO: L’AZZARDO
Opere di Anna Galtarossa
Nella sezione dell’Azzardo il gioco contempla l’intervento del caso, del destino, chiamando in causa l’utilizzo di materiali disparati, come inscenano le sculture di Anna Galtarossa. I suoi Fantasmi evocano concetti di purificazione e un senso di comunità spirituale, unendo in un movimento catartico stratificazioni di oggetti quotidiani e forme di artigianato tradizionali femminili. La mescolanza di elementi eterogenei esprime un’esuberante delicatezza e un’intensa forza provocatrice, che trasforma le sculture – rotanti su se stesse – in spiriti custodi di un ordine tribale.
IL GIOCO: LA VERTIGINE
Opere di Michelangelo Bastiani
Questa sezione è dedicata al gioco inteso come ricerca della vertigine, dell’abbandono all’ebbrezza del movimento, in cui si gioca a provocare se stessi. In tal caso è l’artista a provocare il pubblico attraverso il movimento e, per l’appunto, il senso di vertigine, chiamando in causa il visitatore/attore che interagendo con la video-installazione provoca dinamismo e mutazione della visione. L’Iceberg d’appartamento è un paesaggio che abita il salone affiorando dall’oscurità per destare la meraviglia della natura tra arte e tecnologia.
La video proiezione intitolata Giverny V propone un altro brano di natura, che omaggia la città in cui visse Claude Monet, ispirato dal paesaggio con il suggestivo giardino d’acqua e le ninfee che tanta parte ebbero nella sua pittura impressionista.
IL GIOCO: LA COMPETIZIONE
Opere di Marc Chiat e Mauro Ceolin
Il piano terra del castello è dedicato al gioco propriamente inteso come Competizione: dell’artista con i linguaggi della tecnologia contemporanea che imperversano nel quotidiano; e dello spettatore che gareggia con l’arte.
Con il californiano Marc Chiat il gioco si nutre d’immagini pop e stereotipi della comunicazione, raffreddati e affilati da un’amara ironia che vira sulla critica sociale. Mentre nell’opera in fondo alla sala il gioco si nutre di sana competizione ginnica nelle performance di ragazzi con lo skater, azionabili dal visitatore che interagisce con la postazione di un computer, nel video a monitor il peluche da feticcio contemporaneo della tenerezza diventa immagine del non senso della guerra. Pur ammiccando al ludismo del videogioco, l’esplosione del pupazzo è un filo rosso che contiene in sé molti altri fili, e li tira in diverse direzioni, dall’orrore della guerra alla violenza che imperversa nel quotidiano, fino alla globalizzazione.
Con Mauro Ceolin l’ibridazione linguistica – estetica dei media, videogame, immaginario foto-cine-videografico – e la passione scientifica (bio-fisio-zoo-logia) conducono a una pratica relazionale che confluisce nel diorama performativo Il comportamento sociale degli animali videoludici. La competizione tra corpo umano e corpo animale si gioca tra immagine, danza, videogioco e natura. In assenza dello spettacolo coreutico concepito appositamente per Maravee Ludo, permane la proiezione sulle volte del soffitto delle immagini degli studi performativi che mettono in scena le mutazioni del corpo umano sulle linee vettoriali degli animali dei videogiochi.
VERTIGINOSAMENTE
MUSEO CIVICO DI PALAZZO ELTI, GEMONA DEL FRIULI (UD)
Opere di Michelangelo Bastiani, Daniel González, Anna Galtarossa
Questa mostra fa leva sulla Vertigine intesa come perdita di lucidità nell’abbandono all’ebbrezza. Una vertigine sottile e mentale, azionata nello spettatore da opere che la elevano sul fronte della mimesi. Come afferma Caillois, infatti, spesso questa categoria del gioco entra in contatto con la capacità mimetica, per esempio nell’utilizzo di maschere che nei riti sacri dei popoli primitivi confluivano in stati di trance o estasi in un visibile capovolgimento della vita quotidiana.
Il lavoro dell’argentino Daniel González, sorto da una ricerca sul rito della celebrazione, crea mondi deliranti, sexy e pieni di energia: spazi di libertà dove le convenzioni esistenti collassano e i simboli della società contemporanea, il packaging dei prodotti-icona si vestono di paillettes e diventano altro da sé. Opere che dal lavoro certosino di forme essenziali ricoperte dal preziosismo di minute tessere sgargianti, sfociano sul fronte del design suggerendone l’utilizzo come luogo d’incanto floreale.
La vertigine negli ologrammi di Michelangelo Bastiani fa leva sulla mimesi del paesaggio e del corpo, in una riduzione di scala che ricalca il dinamismo del vero catapultando lo spettatore in un mondo vertiginosamente improbabile. Come negli alambicchi in cui vapori, fumi e liquidi disegnano il fiabesco passaggio dal microcosmo della chimica al macrocosmo della meteorologia; o come nella nuvola portatile, sospesa magicamente come una conserva da tenere in appartamento.
Dopo l’esposizione al Castello di Susans, si ripropongono a Gemona due delle opere di Anna Galtarossa, che dalla vertigine dei sui Fantasmi rotanti approda all’azzardo del gioco che ammicca al caso e al destino nell’utilizzo di materiali disparati, consegnati a nuova vita nella giocosità del quotidiano.
RICREAZIONE
GALLERIA LOGGIA, CAPODISTRIA (SLOVENIA)
Opere di Vesna Bukovec, Boštjan Drinovec, Kensuke Koike, Janez Vlachy
Questa mostra – curata da Majda Božeglav Japelj – affronta il tema del gioco azionando una sottile leva ironica sulla relazione tra ricreazione come tempo di svago e ri-creazione intesa come nuovo atto creativo. Per la categoria del gioco come Vertigine, Kensuke Koike guarda e pensa le cose al rovescio, ribalta i punti di vista ironizzando sulla possibilità di tradire giocosamente le attese per alimentare la curiosità e potenziare le visioni del mondo. Gioco inteso come Mimesi è quello analizzato da Janez Vlachy, che fa giocare i suoi effigiati e gioca con la loro immagine, per via di travestimenti, anche sottili e minimali. Il gioco come Competizione ginnica affiora dai disegni di Vesna Bukovec, che interpreta la pressione psicologica subita dagli atleti che si apprestano alle gare, dalla boxe al pattinaggio, dall’atletica al sollevamento pesi. Con Boštjan Drinovec il gioco si abbandona all’Azzardo, al caso e al destino che piega materiali disparati e recuperati dalla prassi quotidiana spostandoli di segno, per ri-creare un mondo teso fra natura, cultura e tecnologia. Nel suo caso il gioco diviene vero e proprio coinvolgimento nel “gioco di squadra”, con l’intervento dei bambini in un apposito laboratorio creativo.
LUDO PARK
TERRAZZA MARE DI LIGNANO SABBIADORO (UD)
Opere di Michelangelo Bastiani, Luca Suelzu, Lorena Matic
Ludo Park è un percorso interattivo, un viaggio visionario nel paesaggio marino, che si dipana fuori stagione nello spazio chiuso della Terrazza. Tra acqua, sabbia e persone, giochi da tavolo e da spiaggia, mette in scena un esperienziale scenario estivo innanzi alle vetrate esposte sull’orizzonte di Lignano Sabbiadoro. Suddiviso in tre ambienti, ognuno dedicato all’opera di un artista e a specifiche categorie del gioco, il percorso espositivo accompagna il visitatore tra video, fotografie, gioco d’artista e dipinti.
Votato all’acqua, protagonista dei video di Bastiani, l’Ambiente Blu attiva il gioco della Vertigine, sensoriale ed emozionale, in un poetico dialogo fra tecnologia e natura. Tra vortici e cascate, che ruotano e scorrono senza soluzione di continuità, il paesaggio si fa ipnotico e vertiginoso, proponendo nello spazio espositivo dei “quadri” animati che ricostruiscono, per via tecnologica, il ricordo e l’esperienza dell’acqua.
Dal blu del mare si approda all’Ambiente Bianco che accoglie i colori saturi e vivaci dei dipinti di Suelzu. Inscenati in una spiaggia visionaria, dove i giochi gonfiabili campeggiano sulle pareti, più veri del vero, come fossero sospesi sopra il parterre di sabbia. Teso fra vero e fiction, a sottolineare l’aspetto intrinseco della pittura iperrealista, qui il gioco come Mimesi rimbalza dalle opere dell’artista all’azione ludica riservata ai bambini tra palette e stampini.
L’Ambiente Rosso mette in scena il luogo dell’identità, che nel gioco si fa Azzardo chiamando in causa il destino e il caso dell’incontro. Sviscerati da Matic nella serie fotografica Il castello sulla sabbia, che ammicca al gioco d’infanzia, al castello costruito al mare, simbolo di un mondo fittizio ma capace di raccogliere i sogni di ognuno. I ritratti realizzati nel corso della preview estiva del Festival entrano in mostra con uno slideshow in cui ogni effigiato svela il proprio gioco prediletto nell’infanzia e mette in scena una sorta di carta d’identità di memoria ludica. Da qui nasce un vero e proprio gioco da tavolo, che fa il verso al Memory premiando, nella Competizione, il giocatore che ricorda le identità effigiate.
Il catalogo
Il team
Ideazione e direzione artistica: Sabrina Zannier
Organizzazione: Associazione culturale Maravee
Immagine coordinata: DM+B&Associati
Progetto allestimenti e assistenza alla curatela: Belinda De Vito
Allestimenti: Digitalight
Tecnologia video: Entract
Ufficio Stampa: AtemporaryStudio di S. Punis e G. Felluga
Pagina Facebook: Nicoletta Cum
Con la collaborazione di:
Associazione Mittelfest – Cividale
Obalne Galerije Piran – Pirano e Capodistria (Slovenia)
Università di Bologna – Dipartimento delle arti visive, performative e mediali
Politecnico di Milano
Aria Foundation – Roma
Associazione culturale Arearea – Udine
Porto Arlecchino – Pordenone
Liceo Artistico Sello – Udine
Consorzio Comunità Collinare del Friuli – Colloredo di M. Albano
Comune di Gemona del Friuli
Comune di Lignano Sabbiadoro
Lisagest – Lignano Sabbiadoro
Comune di Pordenone
Comune di Forgaria nel Friuli
Galleria Studio La Città – Verona
Aria Art Gallery – Firenze
Galleria Rebecca Container – Milano