MARAVEE LA LUCE DELLA NOTTE 2002
Ideato e diretto da Sabrina Zannier
VILLA OTTELIO SAVORGNAN, ARIIS DI RIVIGNANO (UD), 23 GIUGNO 2002
Maravee nasce sul paradigma della relazione tra arte e società intesa nella sua riabilitata accezione di comunità. Questa prima edizione, intitolata La luce della notte. Arte letteratura teatro danza musica per San Giovanni, votata alla meraviglia derivata dall’aspetto magico e misterico che sottende le ritualità delle tradizioni popolari, nasce sullo specifico della festa di San Giovanni, scelta proprio perché definita all’insegna della “notte magica”,
Su questo specifico tema sono stati invitati artistiprovenienti dal Friuli Venezia Giulia, dall’Italia e dall’Europa, individuati per la particolarità di una ricerca capace di contemplare il confronto e il dialogo con la quotidianità del vissuto, ai quali è stato chiesto di concepire e realizzare appositamente un intervento per la serata, quella del 23 giugno, ossia la notte di San Giovanni. Interventi di arte visiva – declinata in video-proiezioni, video-ambientazioni, installazioni e performances – di letteratura, prosa e teatro di strada, di danza e musica, che si prestavano alla breve durata della manifestazione, il cui spirito complessivo non voleva essere quello di una mostra bensì di uno spettacolo animato dallo stesso pubblico. Pubblico che s’intendeva accompagnare, passo dopo passo, evento dopo evento, dalla performance dell”attrice teatrale Giuliana Musso che incarnando le spoglie della “padrona di casa” annunciava ogni quadro dello spettacolo con un linguaggio in cui si lasciava all’improvvisazione il compito di imbastire il testo critico-poetico relativo a ogni opera.
Questa sorta di camminamento iniziatico per una curiosa rilettura interpretativo-creativa delle ritualità e delle simbologie legate alla festa di San Giovanni, prevedeva innanzitutto l’ideazione di un percorso, di alcune stabili “stazioni visive”, e di una puntuale regia atta a concepire l’identità e la sequenza di ogni “voce” intesa come parte integrante di un’unica coralità creativa. Voci di singoli artisti, consapevoli di partecipare a un passaggio del testimone, laddove ogni opera segnava il passo per quella successiva, in diversi casi concepita sin dall’inizio come collaborazione fra più autori: dagli artisti visivi Knut Asdam, Giuliana Cuneaz, Vanessa Chimera, Armin Linke con Matteo Poli; da Paolo Comuzzi con Massimo Toniutti, da Paolo Ravalico Scerri con Carlo Pallavidino e Massimo Guglielmo Giordani; da Damatrà, che lavora con l’infanzia, in tale occasione con l’artista Michele Bazzana; dallo scrittore Carlo Sgorlon, che ha scritto per Maravee un racconto, tradotto in spettacolo teatrale dall’attrice Rita Maffei con la partecipazione dell‘Accademia “Nico Pepe” di Udine; dalle attrici Lorenza Franzoni e Caterina Lusuardi, fino ai musicisti di Mikrokosmos e Szabò-Quartett.
Tutte le voci sono state proposte a “tambur battente”, concentrando gli sguardi, il cammino e le attenzioni di ben milleduecento persone (questo il pubblico della prima edizione di Maravee) nell’arco di tre ore, per poi far ritornare Villa Ottelio-Savorgnan nelle sue condizioni di sempre. Quelle di un luogo connotato da specifiche peculiarità storico-architettoniche e naturalistiche, che dopo la prima edizione di Maravee si apprestava a divenire ancora teatro di altre “meraviglie”, destinate a riportare la Villa al suo splendore storico, con il valore aggiunto di polo culturale votato alla duplice relazione passato/contemporaneità, arte/sociale.