Maravee corpus 2014

MARAVEE CORPUS 2014

L’elogio del corpo come sistema sociale: l’identità plurale in fotografie, video, costumi, performance e tatuaggi.

Ideazione e direzione artistica di Sabrina Zannier.

Dopo la preview pordenonese del 18 agosto, con l’inaugurazione ufficiale della 13° edizione della rassegna Maravee, che si terrà al Castello di Susans di Majano (UD) il 31 ottobre 2014 alle ore 19, il tema 2014 metterà in scena, attraverso l’arte contemporanea, il tripudio del corpo plurale con il festoso trasformismo che pulsa da fotografie, dipinti, video, costumi, performance e tatuaggi. Con ben 6 mostre, 4 eventi inaugurali e 5 incontri in Castello, prenderà così il via MARAVEE CORPUS, che annuncia nuove meraviglie sul tema dell’identità, con nomi internazionali e giovani promesse.
Ponendo al centro del nuovo Maravee il tema del Corpo inteso come luogo di mutazione identitaria, mediante la ritualità del travestimento, del trucco, del tatuaggio, della performance e della creazione ambientale che sottende il principio della maschera, la rassegna affronta su basi sociologiche e filosofiche la questione del trasformismo. Proponendo la messa in scena creativa di personaggi diversi che abitano lo stesso individuo, Maravee Corpus promuove la disposizione mentale al cambiamento, quindi la potenzialità di versarsi in ruoli e identità differenti, per suggerire un antidoto alla crisi esistenziale generata dalla crisi economica. Perché la versatilità individuale, la volontà e la capacità di cambiare – opponendosi alla rigida identità monolitica – possono aprire gli scenari di una nuova accoglienza, di un riscatto esistenziale che dall’arte sfocia nel sociale.
Un elogio del corpo in cui la valenza estetica diviene tramite per l’altro da sé, costrutto di un personaggio. Un elogio che iperbolizza l’individuo in una dimensione dialogica, dove il principio di alterità e intersoggettività (comprensione dell’altro) si sviluppa nella riabilitazione del rito di passaggio delle società tribali. Per una FESTA DEL CORPO in cui la collettività prende coscienza della propria immortalità storica attraverso la maschera, che occulta e svela il corpo, lo fa scomparire e rinascere mettendo in scena il ciclo morte/rigenerazione.

Gli eventi inaugurali

PREVIEW MARAVEE CORPUS

CHIOSTRO EX CONVENTO SAN FRANCESCO, PORDENONE – 18 agosto 2014

Per questa nuova produzione artistica firmata Cinemazero e Maravee, si sono esibiti in prima assoluta il pianista friulano Claudio Cojaniz e l’attrice-autrice emiliana Lorenza Franzoni, nell’ambito di un duplice spettacolo, prima dedicato alla relazione fra cinema e musica, poi a quella fra performance, recitazione e immagine, che unitamente hanno annunciato il concept dell’intera rassegna.
In Corpo Cinema Claudio Cojaniz ha accompagnato dal vivo al pianoforte la videoproiezione ideata e curata da Cinemazero, mettendo al centro della scena travestimenti e trasformazioni di corpi celebri del cinema, attraverso una collezione di momenti emblematici di film dal 1931 al 2011. Si sono visti attori che mutano il proprio corpo per essere fedeli ai personaggi e film che, grazie a illustre trasformazioni, sono entrati stabilmente nella memoria collettiva. Dal corpo celato dalla maschera al camuffamento dell’identità, dal concetto di alterità alla sua estremizzazione compiuta dall’attore che fa coincidere se stesso con il suo personaggio, si è passati dai grandi classici a vere chicche cinematografiche delle origini, il tutto costellato da inserti contemporanei, a dimostrare il fascino duraturo di questo tema. Se con il doppio ruolo di Jean Marais in Fantomas 70 – il Fantomas per antonomasia – e il Jim Carrey di The Mask si è aperto l’appuntamento nel segno della maschera, la Mrs. Doubtfire di Robin Williams e A qualcuno piace caldo di Billy Wilder hanno condotto nell’ambiguo mondo del travestimento. Mentre Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis, Tetsuo di Shinya Tsukamoto e The Twilight Saga: Breaking Dawn, Parte 1 (2011) di Bill Condon hanno proposto l’alterazione radicale al punto da creare un altro da sé. Il confronto tra L’uomo senza sonno e American Psyco ha mostrato come l’attore Chistian Bale sappia infliggere importanti cambiamenti al suo corpo per ricoprire al meglio il ruolo scelto, con un processo simile a quello della Demi Moore del celeberrimo Soldato Ryan, ossia facendo della propria fisicità uno strumento espressivo a tutti gli effetti. Se il vestito non fa il monaco, certamente fa però il supereroe, come hanno dimostrato la serie TV degli anni ‘60 di Batman e il Superman III degli anni ‘80; mentre Il fantasma dell’opera, Dr. Jekyll e Mr. Hyde diretto nel 1931 da Rouben Mamoulian e Psyco di Alfred Hitchcock hanno chiuso la serata con un crescendo di mostruosità, dalla deformazione dei tratti somatici alla devianza psichica, rigorosamente accompagnata dal travestimento del caso. La musica composta da Cojaniz parte dalle colonne sonore originali dei film, ma stravolge presto questo riferimento in favore di una dimensione trasformata e reinventata per creare un’atmosfera spiazzante come i sorprendenti capovolgimenti sullo schermo. Trasfigurando ironicamente l’ambiente e il contesto, il pianista si libera del “semplice” compito dell’accompagnamento per scontrarsi con i motivi sonori noti e lavorare sul loro contrario.
Con l’azione teatrale intitolata Corpo Gioco, è entrata in scena l’ironica e divertente attrice e autrice Lorenza Franzoni, trasformista nel corpo, nella mente e nelle parole, anche attraverso immagini e oggetti. Cangiante e mutante, sempre attenta alle inclinazioni del corpo e dell’identità nella vita quotidiana, ma anche in quella cinematografica, la sua attività attoriale per Maravee Corpus ha affermato, però, la fedeltà a un’idea. Quella di un corpo come assemblea di organi intelligenti sempre connessi che comunicano nei modi più strani, rilasciando enzimi, profumi, informazioni per uso interno/esterno. Un corpo-giocattolo, perché si può vestire, travestire, modificare, pettinare, colorare, collezionare, lanciare in una corsa, usare per arrampicarsi. Il corpo è identità, umore che cambia anche nel sapore, è simbolo che viaggia nel tempo e nello spazio, è tutto ciò di noi che si può mostrare, vedere e toccare. Esistono corpi scelti – afferma Franzoni – corpi da ballo, corpi docenti, costituiti da moltitudini allenate che si presentano sparse o in formazione. I più sorprendenti sono i corpi sociali improvvisi, come un pubblico che ride, sussulta o sospira all’unisono in un cinema.

CORPI ANIMATI

CASTELLO DI SUSANS DI MAJANO – 31 OTTOBRE 2014

Videomapping degli studenti del Liceo Artistico Sello di Udine
Con il supporto e la supervisione dei docenti e nell’ambito di una collaborazione con Maravee ormai collaudata, gli studenti hanno elaborato un video per ogni artista performer intervenuto nel corso della serata inaugurale. Partendo da immagini fotografiche di scena, in ogni video le identità mutanti di Claudia Contin Arlecchino, Drusilla Foer, Lorenza Franzoni e Rita Maffei, tracciano il passo di quella molteplicità identitaria che caratterizza l’edizione di quest’anno. E lo fa a partire da questi quattro intriganti personaggi, che proiettati sulla facciata del castello, hanno accolto il pubblico all’insegna di una curiosa festa del corpo.

IL CORPO POLIFONICO

Performance di azioni e parole con Claudia Contin Arlecchino, Lorenza Franzoni, Rita Maffei
Questo spettacolo a più voci e azioni è una messa in scena corale della mutazione identitaria che caratterizza l’opera di tre artiste, attrici che dal mondo del teatro versano la propria creatività sul fronte della performance d’arte visiva. Su un canovaccio tratto dalla letteratura di Fernando Pessoa, da quel suo concetto di eteronimo letterario che, sfociato poi su internet, ha dato corso alla sua palese democratizzazione, lo spettacolo si dipana come un ludico e incalzante “passa-parola” da un personaggio all’altro. Per annunciare l’anima del trasformismo che conduce alla creazione d’identità molteplici, dando corpo scenico al concetto di “Corpo abitato” presentato nell’omonima mostra.

CLAUSURIS. ELOGIO DELL’IMMOBILITÀ

di e con Drusilla Foer
Immobile e maestosa, in un suggestivo tableaux-vivant – che anticipava la mostra “Corpi abitati”, dove è protagonista nelle fotografie di Mustafa Sabbagh – Drusilla Foer è apparsa in un vero e proprio elogio dell’immobilità, che dalla messa in scena fotografica è sfociata per Maravee nella presenza live.
Raffinata nobildonna fiorentina, già attrice e jetsetter negli anni 70, con un passato da attrice hollywoodiana e musa/amica di tanti stilisti, Drusilla è l’alter ego dell’artista toscano Gianluca Gori. Lanciata con un video sul web, è poi approdata come opinionista in TV, nella trasmissione “The show must go off” di Serena Dandini e al cinema, nel film Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek.

CORPI DI-SEGNI

Performance di e con Martina Tavano, Eva Marangone, Erica Modotti
Performance ideata e prodotta dall’Atelier enidUDanza (ADEB) di Udine entro la mostra personale di Nicolai Lilin, che ha messo in scena il corpo tatuato nella tensione fra bellezza classica e segno contemporaneo. Dalle calibrate gestualità poetiche entro un percorso introspettivo di ricerca identitaria, fino ai serrati dialoghi fisici, incalzati da intrecci di capelli, braccia e gambe, questa performance ha omaggiato l’universo di Lilin. Anche attraverso la gestualità pittorica che, a tratti fermata in suggestivi tableaux-vivant, ha messo in scena il valore del segno, del di-segno sulla pelle, come scrittura dell’identità.

IL CORPO IN TAVOLA

Body sushi a cura di Kascia Raffin
La centralità del corpo inteso come luogo di mutazione e alterazione identitaria trova luogo anche nella sfera del Food Design, dove i cibi per il banchetto inaugurale sono stati proposti quali vestimenti per un corpo in cui la dimensione scultorea delle forme e i toni dell’incarnato affioravano come traccia di un tableaux-vivant in divenire. Curata da Kascia Raffin, cordenonese con origini giapponesi, questo evento ha offerto al pubblico la possibilità di partecipare in presa diretta all’elogio della bellezza corporea unita ai sapori del palato tesi tra Oriente e Occidente.

Le mostre

NUDO MA NON CRUDO

CASTELLO DI SUSANS DI MAJANO

Carolina Amoretti / Vania Comoretti / Marta Dell’Angelo / Zoè Gruni /Roberto Kusterle / Eva Petrič
Mostra di fotografia, disegno e pittura che affronta il tema del corpo attraverso il concetto di nudità occultata. Il nudo messo in scena nelle opere esposte dichiara la forza di una corporeità che svela la sua forma identitaria affinandola mediante la ricerca di una “seconda pelle”, sia essa pittura, tessuto, tela di sacco, piumaggio o, ancora, una pelle svelata all’ennesima potenza dalla messa in scena di rughe, vene, tendini. Nudo ma non crudo è la mostra che apre il percorso espositivo in castello per annunciare – attraverso la ricerca della bellezza nel dettaglio corporeo, nel gesto e nella postura, così come nella primordialità del rapporto uomo/natura radicata nella memoria collettiva – quel principio di travestimento che nella mostra Il corpo abitato conduce alla creazione di veri e propri personaggi.

IL CORPO ABITATO

Karin Andersen / Matteo Basilé / Michael Fliri / Daniele Indrigo / David LaChapelle / Lorena Matic / Eva Petrič / Alberto Quoco / Mustafa Sabbagh / Cindy Sherman / Debora Vrizzi
Questa mostra di fotografia presenta le opere di artisti per i quali l’immagine fotografica rappresenta l’ultima tappa di una progettualità certosina, fondata sulla ricerca e/o la produzione di abiti e costumi, sull’attento studio di make-up, acconciature e parrucche, gesti ed espressioni, scenografie e ambientazioni. Ne emerge uno studio complessivo sul corpo inteso come luogo da plasmare e ri-creare.
Un corpo, quello degli artisti invitati o di persone da loro scelte, che attraverso l’opera si fa abitare da individui diversi. Veri e propri personaggi, in qualche caso diversissimi gli uni dagli altri, nel lavoro di uno stesso artista, che così sperimenta e mette in scena la propria moltiplicazione identitaria giocando ruoli contrastanti relativi alla professione e alla propria collocazione nel sociale; che si catapulta nella letteratura e nei miti della cronaca, che ricostruisce in una quotidianità teatralizzata i vizi e le virtù o, ancora, che eleva la vita domestica a stra-ordinaria fiaba. Il corpo abitato mette in scena donne e uomini affascinanti, con tante storie da raccontare, mutanti a metà strada fra regno umano e animale, personaggi ordinari, teatrali e cinematografici, in cui costumi, trucchi e maschere indagano il concetto d’identità che rivendicano il proprio spazio sociale e psicologico.

IL CORPO POLIFONICO

Liceo Artistico Giovanni Sello di Udine
Indirizzo Audiovisivo Multimediale

Allestita nello stesso salone dell’esposizione intitolata Il corpo abitato, Il corpo polifonico è una “mostra nella mostra”, composta da quattro video disposti su due monitor, ideati e realizzati dagli studenti del quinto anno del Liceo Artistico Sello.
Con il supporto e la supervisione dei docenti e nell’ambito di una collaborazione con Maravee ormai collaudata, i ragazzi hanno elaborato un video per ogni artista performer intervenuto nell’ambito degli eventi per la serata inaugurale. Partendo da immagini fotografiche di scena, le identità mutanti di Claudia Contin Arlecchino, Drusilla Foer, Lorenza Franzoni e Rita Maffei, entrano così in mostra attraverso curiosi “ritratti animati” che si elevano a memoria della loro presenza scenica. Ogni video, che ricostruisce la poliedrica identità di questi intriganti personaggi attraverso la fresca interpretazione di giovanissimi autori, traccia il passo di quella molteplicità identitaria che caratterizza l’intera edizione di Maravee Corpus.

TRA/VESTIMENTO

Mittelmoda International Lab
Con questa mostra il trasformismo entra in scena nello stilismo di moda, presentando una selezione di capi dei finalisti al concorso Mittelmoda_the fashion award, promosso da Mittelmoda International Lab. Abiti che eccellono per creatività e originalità tanto da essere concepiti sostanzialmente per la “messa in scena” nell’ambito delle sfilate e che rifuggendo dalle puntuali esigenze di pratica portabilità, sconfinano nell’immaginazione spettacolare prefigurando veri e propri personaggi attraverso l’identità della veste.
Assolutamente in linea con il tema dell’intera rassegna, sono tutti ispirati alla trasfigurazione del corpo. Un corpo che dentro l’abito può allungarsi e snellirsi nella morbida distesa di veli, come nella veste di Nikolay Pachev; allungarsi, ma in soluzioni nervose e scattanti come propongono Jennifer Whitty e Susanne Stangl, che interpretano vene e terminazioni nervose, in quest’ultimo caso con un tessuto che premia il lato grezzo della corporeità materica. Un corpo, ancora, che può, invece, allargarsi a dismisura, con sottile e giocosa ironia, dentro l’abito-maglia di Antoine Peters. Un corpo che assapora il lato ludico della vita, passando dal concetto di maschera che occulta, come nella donna pensata da Margherita Pulsoni, a quello di veste che svela, come nelle sagomate trasparenze proposte da Ana Ines Piriz.
Emergono personaggi insoliti, dalla crocerossina postmoderna di Merav Rotary, vestita di garze e teli ospedalieri magistralmente virati in altro da sé, fino alla Mary Poppins contemporanea di Chika Ito e alla donna dalle rifrangenze caleidoscopiche di Puwanit Chetanananda. Personaggi che abitano lo spazio espositivo come giocose presenze fantomatiche, fra le quali passeggiare alla ricerca del proprio alter ego.

DIETRO LE QUINTE

Mostra di maschere per il corpo e costumi per il volto.
Claudia Contin Arlecchino e Giuseppina Maurizi
Questa mostra propone costumi realizzati per spettacoli di teatro e di danza e maschere costruite per la messa in scena di specifici personaggi. Costumi destinati al corpo, realizzati dalla costumista e scenografa viterbese Giuseppina Maurizi e maschere destinate al volto, realizzate dall’attrice autrice Claudia Contin Arlecchino, ma che nel complesso processo del trasformismo cambiano di segno, mutuando i costumi in vere e proprie maschere e le maschere in abiti per il volto. Destinati a specifici personaggi entro le narrazioni messe in scena, puntano l’attenzione sul ruolo del costume e della maschera nella costruzione dell’identità, in tal caso teatrale, quindi “caricata” di segni e messaggi ai quali concorrono le linee formali, le variazioni cromatiche e le proprietà dei tessuti per i costumi e del cuoio per le maschere.
L’attrice-autrice e artista visiva Claudia Contin Arlecchino espone calchi e maschere, per la prima volta anche quelle originali, che da anni utilizza per i propri spettacoli, nonché la nuova collezione di sculture, realizzata appositamente per Maravee. Unica attrice che in Europa costruisce da sé le proprie maschere, offre al pubblico la possibilità di capirne il complesso processo di costruzione.
Giuseppina Maurizi, costumista, scenografa e illustratrice, la cui operatività spazia dal cinema alla pubblicità al videoclip, è soprattutto lavorando per il teatro e la danza che sviluppa una ricerca tesa a cogliere l’essenza del personaggio. Una ricerca d’identità, la sua, che si condensa in un costume “emotivo”, in cui ogni scelta oltrepassa il semplice aspetto decorativo. Per Maravee Corpus ha creato due installazioni mettendo insieme bozzetti ed elementi di costume che raccontano un suggestivo viaggio attraverso il costume-pelle.

SCRITTO SULLA PELLE

Personale di Nicolai Lilin
Giovane scrittore russo trasferitosi in Italia nel 2004, noto autore del romanzo Educazione siberiana edito da Einaudi, da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Gabriele Salvatores, Nicolai Lilin si è distinto per aver fatto emergere il mondo del tatuaggio siberiano. Già presente in questa pubblicazione e nel film, è stato poi puntualizzato nel libro di racconti e immagini Storie sulla pelle del 2012 e, l’anno prima, nella fondazione, a Milano, del progetto culturale Kolima Contemporary Cutlure e, ancora, nel 2013, nell’apertura, a Solesino (PD), del laboratorio di disegno e tatuaggio denominato Marchiaturificio.
Scritto sulla pelle è la mostra che Maravee dedica all’universo del tatuaggio. Quello di Nicolai Lilin, perché affrontato nel recupero dei suoi significati ancestrali, radicati nell’antropologia, entro un percorso che offre una più consapevole chiave di lettura di un fenomeno dilagato sul fronte della moda. Considerando la pelle come una membrana somatica pronta a trasformarsi in velo o in veste attraverso un processo rituale che affonda nello svelamento dell’identità e nella costruzione dell’individuo sociale, l’esposizione mette in scena la ricerca segnica che il tatuaggio incide sul corpo per poi contaminare con i medesimi segni altre superfici legate alla corporeità. Dal tessuto dei capi d’abbigliamento all’oggettistica quotidiana, attraverso i quali il corpo si estende e si riconosce. Nel suggestivo allestimento ideato e diretto da Belinda De Vito, Scritto sulla pelle mette in scena la creatività poliedrica di Lilin, che dalla letteratura è approdata al cinema, dal disegno su carta al tatuaggio sulla pelle, per versarsi poi nell’universo della moda e del design.

Si ringrazia:
Yuri Scarpellini di Happiness, per la gentile concessione dei capi d’abbigliamento utilizzati per l’allestimento e per alcuni disegni di sua proprietà
Gianfranco Maserin delle Coltellerie Maserin, per la gentile concessione del coltello in esposizione.

CORPI PUBBLICI

GALLERIA LOGGIA DI CAPODISTRIA (SLOVENIA)

Mostra di fotografia e installazione con opere di ©ianographicSisters (Emanuela Biancuzzi e Debora Vrizzi)
Lorena Matic

Facendo leva sull’immaginario collettivo generato dai media, che amplificano il concetto di personaggio e alimentano il processo d’identificazione per cui il personaggio diviene un “corpo pubblico”, questa mostra presenta in prima assoluta l’inedito progetto PMC Talent Agency delle CianoghaphicSisters. Si tratta di un’agenzia di attori che attraverso il proprio sito web, stampe fotografiche e manifesti cinematografici promuove versatili e talentuosi attori professionisti. Ognuno con il proprio profilo identitario, sono tutti interpretati da Emanuela Biancuzzi e Debora Vrizzi, che nell’inscenare i diversi protagonisti moltiplicano all’infinito le potenzialità dell’atto interpretativo, costruendo identità altre su scarti di esperienze vissute in una continua moltiplicazione di senso.
Con l’installazione Statue viventi Lorena Matic vira la mostra su uno spostamento inverso. I suoi “corpi pubblici” sono presi dal teatro di strada, grazie alla partecipazione della compagnia teatrale Petit Soleil – tra i quali vi si tuffa anche lei, con il suo corpo in scena – e portati nell’ideale condizione domestica delle foto incorniciate da conservare tra i ricordi delle persone care. Qui il processo di rilettura identitaria non prende le mosse dal principio della celebrità; gli attori del teatro di strada, infatti, compaiono e scompaiono nell’anonimato, nessuno sa chi sono perché non svelano la relazione fra attore e personaggio interpretato. Statue viventi, invece, mette in scena proprio questo svelamento.
Corpi pubblici propone un curioso appuntamento con la moltiplicazione identitaria tesa fra cinema e teatro di strada. Realtà o finzione? Mascheramento o costruzione di alter ego?

Il catalogo

Il team

Ideazione e direzione artistica: Sabrina Zannier
Organizzazione: Associazione culturale Maravee
Immagine coordinata: DM+B&Associati
Progetto allestimenti e assistenza alla curatela: Belinda De Vito
Allestimenti: Ideaeffe / Delta Studios

Ufficio Stampa: AtemporaryStudio di S. Punis e G. Felluga

Con la collaborazione di:
Cinemazero – Pordenone
Cineteca del Friuli – Gemona del Friuli (UD)
Obalne Galerije – Pirano e Capodistria (Slovenia)
Liceo Artistico Sello – Udine
Mittelmoda International Lab – Gorizia
Balletto di Roma snc – Roma
Spellbound Contemporary Ballet – Roma
Farani sartoria teatrale – Roma
Scuola Sperimentale dell’Attore – Pordenone
Atelier enidUDanza (ADEB) – Udine
Marchiaturificio – Padova
Happiness – Rimini
Coltellerie Maserin – Maniago (PN)

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